6 ticinesi su 10 hanno difficoltà a pagare la cassa malati

Da laregione.ch, 03.01.2017

Borsellini vuoti a fine mese in Ticino. A evidenziare la difficoltà è un sondaggio compiuto a dicembre da comparis.ch. Basato su un campione di 1041 cittadini elvetici, l’inchiesta ha rilevato che il 60,8% di chi ha risposto da sud delle Alpi riuscirebbe a malapena a far fronte alle spese con il proprio reddito. La situazione degli svizzeri romandi pare sia leggermente migliore dal momento che “solo” il 39,2 per cento fatica a coprire le spese. Tra i tedescofoni è il 31,8 per cento ad essere in difficoltà.

Ottimismo in Svizzera, pessimismo in Ticino

Eppure, a livello globale, oltre l’80 per cento degli intervistati dichiara di attendersi nel 2017 almeno una situazione finanziaria stazionaria (53,7 per cento), di poter godere di finanze migliori (22,2 per cento) o addirittura molto migliori (6,3 per cento). Tra i più pessimisti, anche visto quanto sopra, ci sono gli svizzeri italiani: quasi il 30 per cento degli intervistati teme un declino.

“In generale la propria situazione finanziaria viene valutata in maniera positiva dalla grande maggioranza degli intervistati (65,1 per cento) – rileva Comparis in un comunicato  –. Tuttavia, più di un quarto dei partecipanti al sondaggio dichiara di dover fare attenzione a ogni singolo franco o addirittura di non riuscire affatto a sostenere le spese”.

I premi delle casse malati tra le principali preoccupazioni

Tra le voci di spesa che più mettono in difficoltà i bilanci famigliari vi sarebbero i premi delle casse malati, soprattutto nella Svizzera italiana: “Quasi il 60 per cento dei ticinesi lamenta di avere regolarmente o di tanto in tanto difficoltà a procurarsi il denaro per pagare i premi. Gli svizzeri romandi e tedeschi, rispettivamente con un 35,1 e un 28 per cento, dimostrano chiaramente di avere terreno più solido sotto ai piedi”.

Rinunciare a spese inutili e sfruttare gli sconti: ecco come si risparmia in Svizzera

Se costretti a ridurre le proprie spese, gli svizzeri sanno risparmiare bene. Alla domanda su come avvenga concretamente il risparmio, gli intervistati indicano come prime misure d’emergenza la rinuncia alle spese inutili, l’utilizzo di sconti, il confronto dei prezzi e l’acquisto nei discount  all’estero. In generale però in Ticino ‘solo’ il 43,5 per cento indica di mettere da parte il denaro non utilizzato. Nel resto della Svizzera la percentuale supera il 50%.

La lista delle spese da eliminare: al primo posto c’è il ristorante

“Per chi deve risparmiare c’è da chiedersi a cosa rinunciare. Il sondaggio – scrive Comparis – mostra un quadro chiaro: la prima cosa ad essere tagliata dalle abitudini personali e famigliari è il ristorante, o qualsiasi uscita. Oltre alla gastronomia (posizione 1), in tal caso, anche il settore dell’elettronica d’intrattenimento (posizione 2) e l’industria della moda (posizione 3) devono prepararsi a tempi duri: questi sono i campi in cui gli intervistati sono pronti a usare le forbici. Ad essere meno in pericolo sono invece hobby, auto e viaggi per vacanza”.

Ecco la classifica completa:

  1. Ristoranti e uscite (60,7 per cento)
  2. Nuove tecnologie e prodotti di elettronica (59,0 per cento)
  3. Vestiti nuovi e accessori (56,7 per cento)
  4. Cultura, teatro, cinema, concerti, eventi sportivi (51,1 per cento)
  5. Viaggi, ferie (37,9 per cento)
  6. Auto (31,3 per cento)
  7. Hobby (23,4 per cento)
  8. Altro (4,5 per cento)

Grignola Mammoli:
‘È importante capire il valore del denaro’

«Il bilancio è positivo. C’è molto interesse, soprattutto sulla tematica della gestione del budget familiare». Sara Grignola Mammoli è la responsabile operativa del Piano ‘Il franco in tasca’, avviato dal Cantone nel 2014 per prevenire l’indebitamento eccessivo. «Noi non parliamo molto di ‘indebitamento’, quanto piuttosto della capacità di usare il denaro e di conoscerne il valore». Le misure attuate sono più di venti, suddivise tra azioni di prevenzione, di formazione, di intervento e di coordinamento. «Collaboriamo con diversi partner impegnati sul territorio – spiega la responsabile alla ‘Regione’ –. Uno di questi è ‘Dialogare’, che organizza dei corsi sulla gestione del budget. Vediamo che sono diverse le persone che, a fronte di entrate limitate, cercano dei consigli su come arrivare meglio alla fine del mese». Consigli e strumenti utili si trovano pure sul sito del Piano cantonale (www.ilfrancointasca.ch). «C’è sicuramente una fascia di popolazione che si trova in una situazione di indebitamento eccessivo: circa il 7%, stando alle statistiche – riprende ancora Grignola Mammoli –. Persone che hanno accumulato una serie di debiti difficili da recuperare, e che sono dovuti in buona parte ai passaggi di vita: agiamo in tal senso perché sappiamo che il rischio di indebitamento non è dovuto tanto alla povertà o all’avere dei bassi redditi, quanto ai cambiamenti repentini della propria situazione. Un divorzio, una malattia, la perdita del lavoro. Ma anche eventi lieti, come la nascita di un figlio». Il punto centrale quindi non è guadagnare per forza di più, bensì riuscire a utilizzare al meglio le proprie entrate. «Il pericolo è non essere consapevoli delle uscite: è in questo ambito che interveniamo». Anche le scuole chiedono aiuto. «A livello scolastico c’è una forte richiesta in ambito di prevenzione. Bisogna insegnare ai ragazzi a pianificare le spese. Capacità che oggi è venuta a mancare, rispetto alle generazioni precedenti». Il gioco preferito, l’accessorio più ‘in’. «Lo vedono, lo vogliono, lo comperano. Invece bisogna insegnare a progettare la spesa. Dietro al concetto di ‘valore dei soldi’ ce ne sono molti altri». SCA

Cover image: Carlo Reguzzi – Ti-Press